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Andrea Balzola, Una drammaturgia multimediale. Testi teatrali e immagini per una nuova scena, Editoria & Spettacolo, Roma 2009.

 

In questo libro troviamo raccolti alcuni testi teatrali rappresentati di Andrea Balzola, uno dei drammaturghi italiani che più precocemente e più coerentemente hanno lavorato sulla frontiera fra teatro e new media dagli anni Novanta a oggi, cercando di coniugare un radicale impegno etico sui contenuti con l’innovazione della scrittura teatrale nel contesto tecnologico. I testi sono accompagnati dalle immagini progettuali o di scena degli artisti con i quali Balzola ha allestito gli spettacoli: Tullio Brunone, Onofrio Catacchio, Theo Eshetu, Elisa Nicolaci, Johannes Pfeiffer, Paolo Rosa di Studio Azzurro. I critici Nico Garrone, Anna Maria Monteverdi e Oliviero Ponte di Pino, con le loro note introduttive, offrono le coordinate interpretative di quest’inedita esperienza di scrittura multimediale per il teatro.

“La scena della realtà è stata cambiata dalle tecnologie, modificando radicalmente i nostri comportamenti, le nostre abitudini, il nostro rapporto con lo spazio e con il tempo. A questo l’arte risponde da tempo cercando di interpretare attraverso le sue metafore il senso di tale trasformazione ed elaborando nuovi linguaggi. Se l’arte è unità indissolubile di forma e contenuto, nuovi temi e nuovi contenuti richiedono nuove forme espressive. Ma il mondo del teatro, soprattutto in Italia, resta molto ancorato alla rappresentazione tradizionale, osserva e investe pochissimo nella ricerca, soprattutto quando questa fa uso delle nuove tecnologie e dei suoi linguaggi.

Il teatro è un luogo dove l’uomo, mediante la finzione, può trasformare la propria identità, generare alter ego, sperimentare i propri limiti fisici e psichici, trasformare le relazioni interpersonali, produrre nuovi modelli di interazione e di socialità. Il teatro è potenzialmente e può essere concepito come un laboratorio antropologico. La sperimentazione drammaturgica multimediale si muove oggi in questa direzione, non solo per elaborare nuove forme espressive ma per disegnare una mappa delle mutazioni in atto e a venire dell’uomo e del suo habitat: intervenendo sulla qualità e sulla struttura dell’evento scenico, segnando il passaggio da un testo lineare a un ipertesto polimorfo, da un teatro rappresentativo a un teatro interattivo e da un teatro spettacolo allo spettacolo laboratorio, dove il drammaturgo si trova a scrivere eventi performativi polisensoriali in tempo reale. “  A.B.